Behind the Mesh

i-Mesh a Expo 2025 Osaka: superfici vive tra architettura, design e arte.

Il respiro e la trama

Nella storia dell’Expo ogni edizione – per localizzazione e tematismo – si è imposta come dispositivo di comprensione o anticipazione dello spirito del tempo. Expo 2025 Osaka non fa eccezione a partire dallo spettacolare The Grand Ring dello studio Sou Fujimoto Architects – l’immensa struttura lignea che trattiene e circoscrive senza spigoli e chiusure ma con la morbidezza della rotondità, offre riparo e protezione ma anche sguardo e visione. È un pensiero progettuale coerente e maestoso per la qualità della realizzazione e la precisione del significato. Se il Grand Ring si caratterizza come segno potente è tuttavia la cultura del pattern che definisce la cifra più marcata delle tante proposte nazionali e tematiche. Il pattern come filone di ricerca che ha visto l’utilizzo e la rivisitazione dei materiali tradizionali come tracciante che, a partire dalle culture locali, agisce come elemento di differenziazione, opportunità, identità dinamica nella relazione. In definitiva al pattern Expo 2025 Osaka affida il ruolo di depositario di segni e simboli culturali e antropologici della storia umana, la cui attualità non si esaurisce nella citazione ma si estende nell’innovazione tecnica e simbolica.

In questo contesto i-Mesh ha declinato su più padiglioni, e con iniziative espositive e culturali collaterali, una lunga ricerca fatta di innovazione incrementale all’insegna della cultura e della compatibilità ambientale - rispetto alle risorse, al controllo del clima, al confort ambientale.

Il Padiglione Italia su progetto di Mario Cucinella Architects, contrassegnato dalla citazione de La Città Ideale attribuita a Luciano Laurana e custodita nel Palazzo Ducale di Urbino, è un luogo permeabile che dialoga e respira in una relazione dinamica dentro/fuori, e offre una riflessione contemporanea sull’ideale rinascimentale della “Città Ideale”, tema ambizioso che continua a interrogare rispetto allo spazio pubblico e al rapporto con la comunità. Qui tradizione e futuro si incontrano nel nome della natura, della tecnologia e della creatività - un sistema valoriale che contraddistingue la cultura italiana – con la protezione di una pelle architettonica versatile e funzionale di forte personalità. Nel progetto di Cucinella la facciata appare coerente e integrata, organica, naturale come un lino o una tela, in continuità e armonia con i materiali e le estetiche a cui il Padiglione rimanda. E davvero impressiona il benessere che quel luogo offre ai visitatori, la qualità dell’aria e del clima, accanto alla dimensione friendly e accogliente dello spazio. Oltre i tecnicismi quell’esperienza introduce a una modalità nuova di concezione degli ambienti di vita.  

Il Padiglione Future of Life, concepito dallo scienziato che costruisce androidi Ishiguro Hiroshi, e progettato dall’architetto Jiro Endo, è un affaccio sul futuro, sulle presenze aliene, sugli immaginari di una possibile abitabilità extraterrestre. Un’opera visionaria al confine con l’installazione d’artista, dove il pattern sperimentale di i-Mesh dialoga con la liquidità cangiante dell’acqua, e origina un sistema vitale dove la fibra di carbonio è una membrana dinamica. La stessa architettura ha le sembianze di un organismo fluido, dove artificio natura e tecnologia sono capaci di vivere adattarsi e respirare. Questo rivestimento innovativo, leggero e dotato di capacità di raffrescamento naturale, si fa metafora di un futuro possibile, e di un ideale armonioso equilibrio.

Il Padiglione Indonesia – su progetto di Samundra e ATA - è un omaggio alla tradizione nella reinterpretazione del pattern “Wien Straw”. Una scelta progettuale che valorizza la cultura locale del classico “Rattan”, noto per resistere alle condizioni ambientali più estreme.

Se il pattern è il fil rouge di questo Expo, la presenza di i-Mesh supera la sola partnership progettuale con i Padiglioni nazionali.  Da molti anni, infatti, il Dipartimento R&D è impegnato in progetti di confine tra le arti, i linguaggi e le discipline. Tra questi, strutturale per dimensione e prestigio, la Collezione Arazzi Contemporanei, concepita da Cristiano Toraldo di Francia e Alberto Fiorenzi, un progetto aperto che vive di continui endorsment e ingaggi ad autori tra i più diversi. Per Osaka il format si è arricchito di 4 nuove opere appositamente commissionate, e presentate al Padiglione Italia nel progetto Ars: tradition and innovation, a cura di Antonella Nonnis. I nuovi arazzi – all’insegna dei dialoghi tra Italia e Giappone - sono di Kengo Kuma, Yuko Nagayama, Tomo Ara, Migliore+Servetto.

Non poteva mancare in un contesto così ricco di ispirazioni e competenze, la componente di studio e approfondimento sui materiali, sulle tendenze più promettenti, sulle sensibilità emergenti. Le good vibes che infrastrutturano eventi planetari come Expo.

Una Masterclass con protagonisti della scena internazionale ha così affrontato i temi generali del pattern come linguaggio universale.

The Pattern in Architecture: cultural orienteering techniques, è il titolo dell’approfondimento dedicato alla dimensione semantica e simbolica del pattern nell’architettura contemporanea, dove la geometria dei segni è decoro, codice identitario, necessità funzionale che intreccia storia e innovazione progettuale.

La presenza articolata di i-Mesh a Osaka si caratterizza per la varietà dei contenuti accomunati dalla centralità del pattern - l’enzima che colloca le esperienze locali nella dimensione sistemica con cui le comunità sviluppano nel tempo forme e funzioni, segni e architetture.

Cristiana Colli
AUTORE
Laurea in Scienze Politiche, giornalista, ricercatore sociale, cura l’ideazione e l’organizzazione di progetti culturali, eventi, mostre, festival, programmi di valorizzazione. Per istituzioni pubbliche e private, musei, imprese, fondazioni realizza e promuove strategie di comunicazione sociale e culturale legate al paesaggio, all’architettura, all’arte contemporanea e al design, alla fotografia, al made in Italy. È direttore della rivista Mappe, e dal 2011 è ideatore e curatore di Demanio Marittimo.Km-278.
Cristiana Colli
AUTHOR
Laurea in Scienze Politiche, giornalista, ricercatore sociale, cura l’ideazione e l’organizzazione di progetti culturali, eventi, mostre, festival, programmi di valorizzazione. Per istituzioni pubbliche e private, musei, imprese, fondazioni realizza e promuove strategie di comunicazione sociale e culturale legate al paesaggio, all’architettura, all’arte contemporanea e al design, alla fotografia, al made in Italy. È direttore della rivista Mappe, e dal 2011 è ideatore e curatore di Demanio Marittimo.Km-278.